Madonie siciliane – un territorio da scoprire e amare

Qualche settimana fa ho avuto il privilegio di prendere parte, nell’ambito della VII Edizione annuale della Settimana della Cucina italiana nel Mondo, a un blog tour volto a far conoscere un territorio tanto bello quanto sconosciuto ai più: le Madonie siciliane.

Le Madonìe o Madonìa (in siciliano Li Marunìi) sono una breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia e interamente compresa nella città metropolitana di Palermo. Delle Madonie fanno parte le vette più alte dell’isola (dopo l’Etna) e, dal 1989, questo territorio è diventato area naturale protetta che ospita oltre la metà delle specie vegetali siciliane. Il Parco ospita inoltre tutte le specie di mammiferi siciliani e più della metà delle specie di invertebrati e di uccelli.

La bellezza del territorio lascia senza fiato e i suoi paesaggi unici, in un certo qual modo arcaici, sembrano usciti da un passato fiero e remoto.

madonie siciliane

A spasso nel tempo

Mentre io e i miei compagni di viaggio Roberta Mirata e Marco “Mare di Sicilia e dintorni” ci allontaniamo da Palermo e ci addentriamo nel territorio ammiro stupita il paesaggio che muta a vista d’occhio, l’orizzonte che si fa sempre più ampio e la natura che prende il sopravvento – con mia grande gioia, ovviamente!

Ci aspettano due giorni ricchi di gustosi appuntamenti quindi abbiamo appena il tempo di effettuare il check in nel nostro agriturismo e di deliziarci con un pranzo luculliano (mai chiedere “un assaggino” di antipasti in Sicilia!) e via che si parte

Il pomodoro ” in Siccagno”

Prima fermata: il salsificio La Rinascita di Valledolmo che prepara salse e conserve di pomodoro utilizzando un prodotto che è vera espressione del territorio: il pomodoro “in Siccagno”.

salsificio rinascita valledolmo

Ma di cosa si tratta con precisione? Non stiamo parlando di una particolare varietà di pomodoro ma di una tecnica di coltivazione: gli agricoltori della Coperativa “Rinascita” portano a termine il ciclo di maturazione del pomodoro senza apporto di acqua.

Ciò è reso possibile grazie alla conformazione argillosa del terreno che riesce ad autoregolarsi nei periodi di siccità e a far crescere piante di pomodoro rustiche, con un numero ridotto di frutti di dimensioni relativamente contenute ma con una concentrazione di sapore unica!

Per la coltivazione “in Siccagno” si utilizzano varietà locali come il Pizzutello (presidio Slow food) e ultimamente anche varietà di piccola pezzatura come il Datterino – scelto per la sua adattabilità ai fattori ambientali, climatici e resistenza agli agenti infestanti. Qui non si ricorre a trattamenti chimici o di sintesi: i prodotti la Rinascita sono da sempre biologici al 100%, e c’è di che andarne fieri!

Il “Siccagno” presenta una gradazione di rosso molto spiccata e ha un aroma intenso: ci basta parcheggiare nel piazzale dell’azienda per venire avvolti da una nuvola di profumo incredibile.

Entrando nel reparto produttivo veniamo rapiti da gesti manuali come la cernita dei pomodori uno a uno e la loro sbucciatura dopo una brevissima (6 minuti) cottura a vapore. I macchinari sono di ultima generazione e il lavoro procede spedito. Pensate che i pomodori vanno lavorati entro 24/36 ore dalla raccolta per preservare al massimo le loro meravigliose qualità.

salsa pomodoro siccagno rinascita

Abbiamo il grande privilegio di chiacchierare a lungo con “Ziu” Calogero, vera anima dell’azienda, e con suo figlio Antonio. E capiamo che, oltre ad essere azienda virtuosa che produce uno dei pomodori da salsa più buoni del mondo, la Rinascita è tante altre cose: è orgoglio di essere riusciti a far crescere e prosperare una azienda che è stata una scommessa fin dalla sua creazione nel lontano 1977. E’ consapevolezza di poter offrire un prodotto veramente sano e genuino, e per ziu Calogero è anche un pò amarezza di non essere riuscito a collaborare con scuole e ospedali per poter garantire ai soggetti più delicati un alimento eccellente e digeribile sotto tutti i punti di vista.

cooperativa la rinascita

In effetti, riscoperto solo recentemente dai nutrizionisti di tutto il mondo, il pomodoro “Siccagno” si colloca oggi fra gli alimenti fortemente consigliati in un’alimentazione sana ed equilibrata. Speriamo che il sogno di Ziu Calogero possa avverarsi presto!

Rubiamo il tempo di una foto ricordo e, con la promessa di tornare, salutiamo tutti. D’ora in poi se dovessi imbattermi in una confezione di pomodoro “Siccagno” venduta sugli scaffali di un negozio o di un supermercato controllerò che provenga dalle Madonie e non me la lascerò certo sfuggire!

Il Molino Molinoro: museo contadino e gioiello di nuove tecnologie

Molino Molinoro sorge vicino ai Comuni di Valledolmo e Alia, una zona caratterizzata da ottimi terreni ad elevata adattabilità seminativa con una particolare predisposizione alla produzione di cereali e legumi.

Ci accoglie Calogero che ci introduce subito nel complesso produttivo, suddiviso in diversi settori: silos per lo stoccaggio della materia prima, locale produzione (dove possiamo vedere all’opera la linea di pulitura del prodotto, bagnatura, molitura e infine insacco) e locale confezionamento. 

E’ affascinante seguire tutto il processo che porta a trasformare il grano appena raccolto in campo in farina dal profumo intenso. Un profumo che aleggia nell’aria come una coperta impalpabile, intessuta di sapori autentici.

molino molinoro

La macina che lavora instancabile utilizza basse velocità di esercizio; ciò consente di ottenere farine con migliori qualità organolettiche, maggiore gusto e quantità di vitamine. 

molino molinoro

Dal laboratorio passiamo a un piccolo gioiello: il museo etnoantropologico costruito di fianco allo stabilimento che è una vera miniera di saperi antichi. Vecchi attrezzi, abiti, setacci e trafile manuali… si tratta di un viaggio nel tempo in piena regola che assaporiamo in ogni sua sfumatura. Io ovviamente resterei ore ad ammirare le meborabilia di tempi passati ma ancora così vividi e ricchi di anima e colori, come quelli del meraviglioso carretto siciliano che fa bella mostra di se in mezzo alla sala.

carretto siciliano

museo contadino molinoro

Calogero ci illustra la differenza tra grani antichi e moderni, visibile anche a occhio nudo: le spighe dei grani antichi svettano altissime, come a voler rivendicare la loro storia e il fondamentale ruolo di custodi della biodiversità.

molino molinoro grani antichi

Una altezza di fusto così importante implica la resistenza naturale agli infestanti: i grani antichi non necessitano di trattamenti antiparassitari. La spiga standardizzata, ibridata e ipertrofica arriva invece a 1 metro e 10 cm: ideale per la trebbiatura, certo, ma con quali conseguenze?

Sicuramente non smetterò di studiare e interessarmi a questo argomento, che ritengo fondamentale per un consumo sensato e salutare.

grani antichi vero grani moderni

Ma adesso è tempo di andare…. un mistero ci reclama a gran voce!

Le grotte della Gurfa, tra mito e realtà

Percorriamo un breve tratto di strada, ci inerpichiamo per uno stradello e tac, la vista si apre e a noi sembra di poter abbracciare con un solo sguardo tutte le Madonie. Che meraviglia!

panorama grotte della gurfa

Distratta dal paesaggio non mi accorgo dell’arrivo della guida d’eccezione che ci accompagnerà da questo momento in poi: Giuseppe Russo, del Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore. Giuseppe ci fa strada raccontandoci che le grotte della Gurfa sono un esempio di architettura rupestre le cui origini si perdono nella notte dei tempi: sembrano risalire al 2500 a.C.- 1600 a.C. ma sono state utilizzate nel corso dei secoli per così tanti scopi da complicarne ulteriormente interpretazione e datazione.

Grotte della Gurfa

Gli ultimi studi pongono l’attenzione sulle memorie mioniche e micenee, che risalirebbero a “tre generazioni prima della guerra di Troia”.

Quel che è chiaro è che non si tratta di grotte naturali: si compongono di sei cavità disposte su due livelli scavati in una arenaria giallastra e Giuseppe narra che furono utilizzate sicuramente come granaio, santuario, necropoli, abitazione, ricovero per gli animali e poi…. e poi chi può dirlo! Di certo l’ambiente della prima grotta, con il suo lucernario e l’altezza vertiginosa, è veramente imponente così come sono incredibili i mille e mille segni di scalpello che ne ricoprono interamente le pareti. La visita è suggestiva e lascia davvero senza parole!

Grotte della Gurfa

Ruralia, fattoria didattica e scuola di biodiversità

Dopo pochi km arriviamo a quella che è l’ultima tappa del nostro viaggio di scoperta delle Madonie: un piccolo gioiello davvero sorprendente che si chiama Ruralia.

RURALIA è una fattoria dedicata alla biodiversità per l’agricoltura e l’alimentazione. Il concetto è semplice: la terra è l’origine dei nostri alimenti ma il primato mondiale del commercio ha determinato spesso la marginalizzazione dei sistemi agricoli tradizionali, la perdita di biodiversità e la cancellazione di storia, memoria e cultura alimentare.

Ruralia, con i suoi campi di grani antichi e di legumi, con l’orto e il frutteto in cui crescono frutti antichi, con il il bosco e le vigne che annoverano tutte le varietà autoctone siciliane, con l’aula multifunzionale, la biblioteca rurale e la cucina si pone un meraviglioso obbiettivo: quello di far scoprire e conoscere i cicli agricoli e alimentari legati alla terra e alla trasformazione del cibo.

E così, a contatto con gli animali della fattoria e accompagnati dalle spiegazioni chiare e dettagliate di chi ci accoglie a braccia aperte, assistiamo a piccoli miracoli come la lavorazione proprio davanti a i nostri occhi del latte di pecora. Che con abilità e maestria viene trasformato in tuma, primosale e poi in una meravigliosa ricotta!

ricotta fresca come si fa

Per preparare la ricotta si riutilizza il siero della tuma e lo si scalda. Arrivati a 50° si aggiunge il latte, a 60° il sale e a 80° come per magia ecco affiorare una ricotta ricca e cremosa che assaggiamo calda calda. Sono sapori che non si dimenticano!

ricotta appena affiorata

Scopriamo poi, non senza grande piacere, che la ricotta è solo un piccolo “antipasto” del pranzo delizioso preparato per noi: macco di fave, insalata di grano e primosale, pasta con acciuga e mollica atturrata (tostata con olio) servita nella tradizionale maidda che, in tempi antichi, era posta in centro al tavolo e da cui tutti si servivano usando le mani come posate.

sapori delle madonie ruralia

Cha sapori genuini! Quanta autentica ricchezza in questa commovente semplicità che è la vera essenza della alimentazione Mediterranea!

Ovviamente il dolce non può mancare, e parliamo di un Signor dolce ovvero una cassata preparata utilizzando ricotta freschissima e un pan di Spagna a base di farina Maiorca.

cassata siciliana madonie

Prima di salutare facciamo un utile e interessantissimo ripasso delle qualità di grano antico siciliane:: Bidì, Russello (o Tangarog di origine russa), Nero delle Madonie, Tumminia (qualità che si avvicina a un grano tenero), Perciasacchi (chiamato così per via dei chicchi lunghi e appuntiti che “bucavano” i sacchi di juta) e Maiorca (unico grano antico tenero da cui deriva una farina bianca e morbida).

grani antichi siciliani

Non mi capacito che sia già arrivata l’ora di lasciare questo territorio, che nel giro di un giorno e mezzo mi ha saputa conquistare così profondamente. Ma il volo di rientro ci reclama e così non ci resta che salutare i nostri nuovi amici con la consapevolezza che non si tratta di un addio, ma di un arrivederci a presto!

Se vorrete programmare un tour nelle Madonie non esitate a farlo. Vi consiglio la primavera o il tardo autunno: sarete accolti da una Natura risplendente che vi rapirà occhi e cuore. Proprio come è successo a me ♦

madonie siciliane ruraliaGrazie a….

Un ringraziamento speciale a COME 1 MAREA e CERAELIA FESTIVAL che, con il finanziamento di REGIONE SICILIANA Assessorato dell’Agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea e il supporto di CONSORZIO BALLATORE ci hanno permesso di realizzare questo blog tour. E grazie di ♥ a Pic per avermi voluta con sè, e alla mia ragazzaaaaaa preferita per la compagnia e le risate meravigliose!

INFO UTILI

Dove atterrare

Aeroporto di Palermo: l’aeroporto dista circa 2 ore in auto dal comune di Alia, nel cuore delle Madonie

Cosa fare

Qualunque sia la vostra idea di vacanza (di totale relax o di scoperte enogastronomiche, di sport selvaggio o di visita a borghi antichi) le Madonie sapranno accontentarvi! In ogni caso, vi consiglio vivamente di non perdervi una visita a RURALIA, sarà una esperienza incredibile come lo è stata per noi!

Dove dormire

Noi abbiamo soggiornato a “Il Vecchio Frantoio” a Scillato: ambienti da sogno, pace assoluta e cucina genuina. Consigliatissimo!

il vecchio frantoio scillato


Note

L’Associazione “COMEUNAMAREA Onlus” nasce a Palermo nel 2005 con l’intento di studiare, valorizzare e divulgare il patrimonio culturale, naturalistico, archeologico, storico, artistico ed etnoantropologico del territorio siciliano. L’Associazione persegue esclusivamente finalità di utilità sociale. Per raggiungere tali finalità sviluppa iniziative con la collaborazione di Enti Pubblici ed organizzazioni private. “COMEUNAMAREA Onlus” interagisce con il mondo della scuola, collaborando con istituti che operano in un bacino di utenza caratterizzato dalla forte presenza di disoccupazione e marginalità. L’associazione non ha personale dipendente e si avvale di volontari e di esperti esterni per attuare i propri fini istituzionali.

Il Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore” è un ente di ricerca con personalità di diritto pubblico, costituito nel dicembre 1997. Attraverso lo svolgimento di specifici progetti di ricerca nella filiera dei cereali, la diffusione e la divulgazione dei risultati, la promozione della cultura della qualità, la formazione di tecnici, produttori ed operatori, l’Ente opera prevalentemente sul territorio regionale siciliano, estendendo spesso i propri interventi operativi sul territorio nazionale, partecipando a progetti in compartecipazione con altre istituzioni di ricerca.

Cerealia è un festival dedicato a tutti i cereali, come di fatto avveniva nell’antica Roma negli antichi riti delle Vestali e nei Ludi di Cerere. In una visione più ampia,  la festa è estesa ai paesi del bacino del Mediterraneo, da cui il sottotitolo Cerere e il Mediterraneo.  La manifestazione vuole essere quindi, non solo un momento di rievocazione storica, ma anche d’interscambio culturale, affrontando così tematiche quali l’alimentazione, l’ambiente, l’economia, il territorio e la dimensione sociale, presentate nel variegato contesto attuale che caratterizza il mondo dei cereali.  Anche alla luce del rilevante valore nutritivo, sociale ed economico dei cereali, Cerealia vuole diffondere la conoscenza e la coscienza dell’importanza della terra e delle culture autoctone, riallacciare legami tra territorio di produzione e tavola dei consumatori, riscoprendo usi e costumi antichi fondati sul rispetto della terra e dei suoi frutti.


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